La certezza diagnostica si può avere soltanto con l'esame post mortem del tessuto cerebrale. La diagnosi clinica, supportata dagli esami strumentali può essere di conseguenza solo probabile o possibile, essenzialmente basata su criteri di esclusione. Sarebbe più corretto, pertanto, definire i pazienti affetti da tale quadro come portatori di demenza di "tipo" Alzheimer. Difficile è l'individuazione di una gerarchia di fattori di rischio per la malattia di Alzheimer, dato che una vera e solo causa determimante questa malattia non è stata con certezza individuata.
Serie di fattori di rischio o protettivi:
- il progredire dell'età è certamente correlato con l'aumento di frequenza dei casi di demenza
- stato familiare: il rischio è aumentato di tre volte qualora esista tra i familiare in caso di Alzheimer.
- Esposizione a tossici. Collanti, pesticidi, alcool, solventi chimici ed in special modo l'alluminio sono correlati con il rischio di malattia.
- il buon livello di istruzione, come fattore protettivo, è a tutt'oggi oggetto di dibattito
- anche le carenze di alcune vitamine è stata messa in correlazione con l'insorgenza di deficit cognitivi
- la storia di un pregresso trauma cranico sembrerebbe significativa come fattore di rischio
- il fumo, fattore di rischio per cerebropatie vascolari, sembrerebbe invece un fattore protettivo per l'Alzheimer.
- L'Alzheimer sembrerebbe meno frequente nelle donne che hanno fatto uso di estrogeni in post menopausa
- anche i pazienti reumopatici che abbiano in maniera prolungata fatto uso di farmaci antifiammatori sarebbero meno esposti per la demenza
- turbe del sistema immunitario o l'infezione da parte di determinati virus lenti, sono stati ipotizzati come eventi causali della malattia
- disturbi della memoria
- alterazioni del comportamento
- deficit cognitivi
- sindrome afaso-apratto-agnosica
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