mercoledì 22 agosto 2012

L'approccio educativo-animativo con gli anziani

Le attività svolte all'interno della casa di riposo durante il tirocinio sono state molteplici:
la giornata iniziava con un momento di preghiera con le ospiti del reparto, che recitavano il santo rosario, poi proseguiva con le varie attività manuali e ricreative.
Ho collaborato a fianco dell’educatrice nelle attività proposte alle signore anziane per realizzare: addobbi natalizi per l’albero, angioletti, folletti, alberelli di stoffa, stelline confezionate con perle, imparando nel frattempo a cucire.
Inoltre ho aiutato nelle pratiche delle o.s.s. (imbocco ospiti non autosufficienti)  e appuntamento fisso mensile nei reparti con il gioco della tombola a e a carte. 
 e attività educative sono finalizzate al raggiungimento di un duplice risultato: stimolare funzioni cognitive relativa sia alla memoria esplicita (orientamento, percezione,linuguaggio, pesiero) che a quella implicta, con rinforzo delle attività motorie e delle sequenze procedurali tipiche della vita quotidiana. Accanto alle attività per la memoria ve ne sono altre, di natura terapeutica riabilitativa di gruppo quale, ad esempio, lettura del giornale che restituisce al paziente il senso dello scorrere del tempo, attraverso un appuntamento settimanale stabile ed attraverso un contatto diretto con la realtà del mondo esterno. Importante è l'organizzazione delle varie feste dell'anno, complenno, Natale e Pasqua.
Queste sono le attività che ho svolto durante il percorso di tirocinio, ma oltre a questi momenti ci possono essere momenti di gioco e di danzaterapia.

"frasi prese dalla tesi"

Inoltre molto importante per gli anziani è il  modello di Musicoterapia Umanistica si basa sulla RELAZIONE, sull’ascolto empatico, sull’accettazione incondizionata dell’altro per come è nel momento presente e sull’utilizzo del suono e della musica come mezzo per scoprire e sviluppare i potenziali e le risorse della persona.
Si parte dal presupposto che ogni persona abbia in sé tutte le risorse necessarie per adattarsi all’ambiente. C’è una sostanziale fiducia nella persona che ha dentro di sé le potenzialità per superare le difficoltà nelle quali si trova e di venirne fuori. (Rogers, 1961).
Ciò è possibile quando "l’agire del musicoterapeuta attua l’ascolto empatico": il musicoterapeuta si pone all’ascolto dell’altro per cercare di scoprire come l’altro viva la realtà, cercando il senso del suo modo di essere e di comportarsi, andando a ricercare non ciò che manca, ma quello che c’è. Suo compito è di suonare "dialogando" con le persone di cui si prende cura.
 La persona anziana ricoverata vive dentro di sé una sorta di "frammentazione del sé", con sofferenza, sensazione di perdita, disorganizzazione, depressione.
Anche la persona demente vive dentro di sé una situazione di "disintegrazione" e di "frammentarietà" che la porta ad una fragilità nella vita affettiva e sociale e ad un’instabilità piena di ansia e angoscia.
In termini musicali l’invecchiamento associato al ricovero e la Malattia di Alzheimer rappresentano la rottura di un ordine, la rottura di un’armonicità della persona. Attraverso la musicoterapia ci si può relazionare con la persona e riuscire a ritrovare l’ordine che sembrava perduto. Non si tratta di intervenire per o su una patologia; ci si relaziona con la persona. Tutto accade nella reciprocità, nella relazione, nel rispetto.
La comunicazione autentica presuppone comprensione, risonanza da parte di un altro essere umano. Essa costituisce la fonte primaria della sensazione di sicurezza derivante dalla conferma del Sé. 

FONTE http://www.musicoterapia.it/La-musicoterapia-umanistica-per.html


Nessun commento:

Posta un commento